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L’incanto delle donne del mare

Mostra fotografica di Fosco Maraini

 

La prima permanenza in Giappone dell’antropologo, etnologo, orientalista Fosco Maraini (1912-2004) risale al 1939, per una serie di studi sull’etnia Ainu. 

Rientrato in patria alla fine della guerra, Maraini torna in Giappone nel 1954 per svolgere una serie di ricerche e raccogliere una documentazione fotografica sulle donne ama nelle isole di Hekura e Mikuriya, a nord della penisola di Noto. Le foto, pubblicate nel 1960 nel volume L’isola delle pescatrici, illustrano il lavoro delle ama insieme alla vita quotidiana e alle tradizioni dei villaggi.

In questa mostra sono esposte 30 immagini selezionate tra queste, assieme all’attrezzatura che Maraini si fece costruire per poter effetturare riprese subacquee e una selezione di volumi di Fosco Maraini.

Nel 2013 un fortunato terebi dorama della NHK ha riproposto all’attenzione del grande pubblico il mondo delle ama; il lavoro di Maraini, a distanza di sessanta anni, permette di lanciare uno sguardo sulla vita di queste pescatrici fuori dalla finzione.

Fosco Maraini 1912 nasce a Firenze il 15 Novembre da Antonio Maraini, noto scultore di antica famiglia ticinese e da Edith (Yoi) Crosse, scrittrice di padre inglese e madre polacca. 1930 consegue il Diploma di Maturità Classica presso il Liceo Dante Alighieri di Firenze e contemporaneamente inizia ad appassionarsi di fotografia. 1935 sposa Topazia Alliata di Salaparuta. Dal loro matrimonio nascono Dacia, Yuki e Toni. 1936 vince il primo premio al concorso Nazionale Ferrania, aggiudicandosi una Leica IIIa che utilizzerà fino agli anni Sessanta. 1937 parte al seguito del celebre orientalista Giuseppe Tucci per una lunga spedizione in Tibet, durante la quale realizza migliaia di fotografie sviluppando i negativi strada facendo, in condizioni di fortuna. 1938 si laurea in Scienze Naturali all’Università di Firenze. 1939 si trasferisce con la famiglia sull’isola giapponese di Hokkaido, dove effettua una serie di ricerche sulla cultura degli Ainu. 1943 è impossibilitato a rientrare in Italia a causa della guerra e ricopre l’incarico di lettore di lingua italiana all’Università imperiale di Kyoto. All’indomani dell’8 settembre, rifiutandosi di aderire alla Repubblica di Salò, è internato insieme alla famiglia e a una trentina di altri cittadini italiani residenti in Giappone in un campo di concentramento a Nagoya. Vi resterà fino al 15 agosto 1945. 1948 a due anni dal rientro in Italia, parte per un secondo viaggio in Tibet con Giuseppe Tucci. Da questa esperienza nascerà Segreto Tibet, volume che sarà tradotto in dodici lingue e che porterà il lavoro etnologico e lo stile narrativo di Maraini all’attenzione del pubblico internazionale. 1953-1954 è ingaggiato dalla casa cinematografica Filmeco e torna in Giappone per girare una serie di documentari etnografici. 1958 da sempre appassionato alpinista è invitato dal Club Alpino Italiano, in veste di fotografo e interprete, alla spedizione al Gasherbrum IV (7.980 m) nel Karakorum. L’anno seguente è a capo della spedizione italiana al Picco Saraghrar nell’Hindu Kush (7.350 m). 1960 – 1964 lavora come ricercatore associato (fellow) presso il St. Antony’s College di Oxford (Dipartimento di Civiltà dell’Estremo Oriente), compiendo viaggi e reportage fotografici in numerosi paesi dell’Asia. 1966 torna in Giappone dove lavora come redattore del Reader’s Digest. 1971 pubblica Japan. Patterns of Continuity che insieme a Ore giapponesi (1956) e a L’Isola delle Pescatrici (1960), sarà tradotto in giapponese e nelle maggiori lingue europee. 1970 sposa in seconde nozze Mieko Namiki. Lo stesso anno il Ministero degli Affari Esteri lo nomina direttore delle pubbliche relazioni al Padiglione Italia dell’Esposizione Universale di Osaka. 1972 – 1983 l’Università di Firenze gli affida l’incarico di Lingua e Letteratura Giapponese. 1985 – 1995 continua ad approfondire i suoi studi giapponesi e, proseguendo la vena inaugurata alla fine degli anni ’50, pubblica alcuni volumi di squisito contenuto letterario come Gnosi delle Fànfole (1994) e Il Nuvolario (1995). 1996 – 1999 si dedica a stendere in forma romanzata la sua autobiografia finalista del premio Strega, intitolata Case, amori, universi. 1999 si celebrano i sessant’anni di attività fotografica in Italia e in Giappone con una grande esposizione itinerante intitolata Il Miramondo. 2002 per i suoi novant’anni il Comune di Firenze gli dedica una celebrazione pubblica nel Salone dei Cinquecento. Tale onorificenza si aggiunge alle numerose altre (Gran Premio della Japan Foundation, la Stella dell’Ordine del Sol Levante, la laurea honoris causa dell’Università di Siena; il Premio Nonino e il Premio Chatwin). 2004 si spegne a Firenze l’8 Giugno. La sua biblioteca e la fototeca di oltre 25.000 immagini, oggi conservate presso il Gabinetto Scientifico e Letterario «G. P. Vieusseux», costituiscono la base sulla quale è nato il Centro di Studi Orientali Viesseux-Asia.