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La natura della luce nelle tradizioni artistiche italiane e nel Nō – Una conversazione di Luca Veggetti e Okura Genjirō

Prendendo spunto da un testo di teoria teatrale del 1598, Sui modi di rappresentare i cori, gli intermezzi, gli echi e le ombre, opera di Angelo Ingegneri, la conversazione verte sulla differente natura e funzione della luce nelle tradizioni artistiche italiane, con riferimento al teatro in particolare, rispetto a come ciò esista in quella del Nō, e nelle arti giapponesi in modo più generale. Nel caso dell’Italia, lo sviluppo della luce come mezzo espressivo in teatro è in gran parte legato al ruolo che essa è venuta gradualmente ad assumere nelle arti figurative, perlomeno da un determinato periodo in avanti. Una valenza espressiva, quella della luce, che invece nel Nō è di fatto assente come elemento fisico, anche se presente in modo implicito nell’universo poetico in cui si svolge.

La conversazione è moderata da Miki Tsukada, curatrice del Setagaya Art Museum, ed è connessa al progetto intitolato Anatomia del sogno, creato da Luca Veggetti per questa importante istituzione: la rappresentazione di un Nō tradizionale viene re-immaginata, attraverso l’uso della luce, per i particolari spazi architettonici del museo.

Per prenotare, cliccare QUI.
Per informazioni scrivere a eventi.iictokyo@esteri.it

 

Luca Veggetti
Nato a Bologna nel 1963. Formatosi alla scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano, dopo una carriera internazionale come danzatore inizia nel 1990 la sua attività di coreografo e regista. Esplorando forme sperimentali che spaziano dal teatro di figura, alle nuove tecnologie, al video, all’installazione, il suo interesse per la musica contemporanea lo porta a sviluppare collaborazioni con compositori come Kaija Saariaho, Toshio Hosokawa, Sylvano Bussotti e Paolo Aralla. Il suo lavoro è stato prodotto e presentato dai maggiori teatri, festival e compagnie del mondo, cosi come da musei e istituzioni quali Works&Process at the Guggenheim, The Metropolitan Museum of Art, The Drawing Center e la Japan Society a New York, la Cité de la Musique a Parigi, la Suntory Hall a Tokyo, il Mart di Rovereto. Le sue creazioni più recenti sono Left-Right-Left, una co-produzione tra il Teatro Nō di Yokohama e la Japan Society di New York, Kraanerg di Iannis Xenakis al Teatro Comunale di Bologna, Tanto quanto dura il soffio: per Bruno Munari, collaborazione con l’artista Yoshida Moe, al Setagaya Art Museum di Tokyo.

 

N.B. A causa delle misure restrittive volte a contrastare la diffusione del contagio da Covid-19, l’ingresso potrebbe essere contingentato. Si prega di collaborare al rilevamento della temperatura corporea, alla disinfezione delle mani, di indossare sempre la mascherina e di rispettare sempre una distanza interpersonale di almeno un metro.
Tutti coloro che accusano sintomi riconducibili anche solo ad un semplice raffreddore o influenza sono pregati di cancellare la prenotazione. Alle persone a cui verrà rilevata una temperatura superiore a 37,5 gradi non sarà consentito l’ingresso.

 

  • Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura,Setagaya Art Museum