Con una legge del 20 luglio 2000 l’Italia ha istituito la celebrazione del Giorno della Memoria il 27 gennaio, data della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa nel 1945.
Si è stabilito di ricordare così le vittime della Shoah, delle leggi razziali e tutti coloro che sono andati incontro alla deportazione, alla prigionia e alla morte per motivi politici ma anche gli sforzi di quelli che si sono opposti al progetto di sterminio ed hanno salvato altre vite aiutando e proteggendo i perseguitati. In questa occasione vengono organizzati ogni anno incontri e momenti di narrazione e di riflessione su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati nei campi nazisti, per conservarne la memoria e affinché simili eventi non possano mai più accadere.
La stessa Assemblea generale delle Nazioni Unite ha confermato, con la risoluzione 60/7 del 1 novembre 2005, l'importanza di questa ricorrenza in cui si ricordano le vittime dell'Olocausto.
In questa occasione l'Istituto propone quest'anno un concerto e la proiezione del film 1938 Quando scoprimmo di non essere più italiani, del regista Pietro Suber (Italia, 2018, 78’).
Prodotto ad ottanta anni esatti dal 1938, l'anno che vide promulgare le leggi razziali, il film descrive le vicende di cittadini italiani, ebrei e non, da allora fino alle deportazioni che terminarono solo con la fine della guerra nel 1945.
Opera originale su un tema di grande complessità, questo film è un'importante raccolta di testimonianze di prima mano che cerca di spiegare, partendo da punti di vista a volte contrapposti, cosa significarono in concreto le leggi razziali e cosa comportarono per i cittadini ebrei. Quanto pesava il divieto di mandare i figli a scuola, il divieto di contrarre matrimonio con cittadini non ebrei, di possedere o dirigere aziende di interesse nazionale, di essere impiegati dello Stato e di esercitare una serie di professioni tra le quali quella del medico, del farmacista, e ancora l'avvocato, l'ingegnere, l'architetto, l'insegnante e il docente universitario?
In un secondo momento anche gli ebrei fascisti, non di rado reduci della Grande Guerra, furono espulsi dal partito con la conseguente perdita, anche qui, del posto di lavoro.
Parlano i perseguitati ma anche alcuni persecutori, parlano i semplici testimoni, che non condivisero le leggi razziali ma neanche si opposero e parlano quelli, infine, che approfittarono della situazione, a volte con vero entusiasmo.
La proiezione sarà preceduta da una introduzione della Dott.ssa Makino Motoko, che parlerà anche del volume che comprende la traduzione in giapponese dell'ultima testimonianza resa in pubblico dalla Senatrice a vita Liliana Segre, accompagnata da una intervista a cura di Nakamura Hideaki.
L'introduzione è in giapponese con traduzione simultanea in italiano.
Per informazioni scrivere a eventi.iictokyo@esteri.it
Per prenotare cliccare QUI
Makino Motoko nasce nel 1965 a Okayama. Dopo la laurea presso la Tokyo University of Foreign Studies prosegue con il Master per poi studiare presso l’Università di Firenze. Attualmente è docente presso l’Università Obirin ed il Foreign service Training Institute del Ministero degli Esteri giapponese.
È specialista di letteratura italiana contemporanea e di storia degli ebrei in Italia.
È anche autrice di testi per lo studio dell’italiano e molto attiva nel campo delle trduzioni dall'italiano al giapponese.
N.B. A causa delle misure volte a contrastare la diffusione del contagio da Covid-19, i posti disponibili sono limitati.
Si prega di collaborare al rilevamento della temperatura corporea, alla disinfezione delle mani, di indossare sempre la mascherina e di rispettare sempre una distanza interpersonale di almeno un metro.
Tutti coloro che accusano sintomi riconducibili anche solo ad un semplice raffreddore o influenza sono pregati di cancellare la prenotazione.
Alle persone a cui verrà rilevata una temperatura superiore a 37,5 gradi non sarà consentito l'ingresso.