La mostra presenta al pubblico giapponese alcune delle sezioni più suggestive di una grande retrospettiva sulla fotografia di Maraini organizzata a 20 anni dalla sua scomparsa, ospitata dal MUSEC di Lugano, frutto di una ricerca che ha coinvolto sin dall’inizio le principali istituzioni che ne conservano e valorizzano l’opera. Le fotografie, per usare un neologismo inventato da Maraini stesso, sono immagini “carpite all’empresente”. Immagini, cioè, colte in quell’attimo irripetibile in cui all’occhio è dato percepire le movenze del cuore e dell’anima.
Le tre sezioni presenti a Tokyo si concentrano sulle fotografie scattate da Maraini in Sud Italia e si dividono in Le nuvole, Nostro Sud, I mosaici di Monreale, per un totale di 58 opere.
Le nuvole
Maraini subì intimamente la fascinazione delle nuvole. Fu un amore infantile, nato nella luce diafana della campagna toscana e coltivato e accresciuto ovunque nel corso della vita. Un amore che si manifesta nelle sue foto sul tema: nuvole come un interminabile spettacolo che va in scena quotidianamente, o come scenario delle sue fotografie, ma anche come rappresentazione intenzionale dell’universo «nimbologico» come capitolo a sé, come soggetto dotato di una specifica autonomia. Infine, le nuvole come genere letterario.
Nostro Sud
Il grande successo internazionale di Segreto Tibet, il libro che raccontò i viaggi di Maraini nel Paese delle Nevi, spinse l’editore Diego De Donato (1929-2019) a progettare una larga ricognizione fotografica nel Meridione d’Italia. Fra il 1952 e il 1953, insieme a De Donato, Maraini attraversò in lungo e in largo l’Italia meridionale, costituendo un archivio di circa 2.500 immagini cui furono in seguito aggregate le fotografie fatte in Sicilia dal 1946 e altre scattate in Sardegna, nel Lazio e nelle Marche nel corso dei viaggi personali di quegli anni. Il progetto voleva innanzitutto denunciare l’arretratezza delle condizioni sociali, che richiedeva un urgente intervento a favore del Mezzogiorno. Per Maraini, invece, l’interesse preminente fu di ritrarre gli uomini, le donne e i bambini al centro della loro cultura e della loro storia, di entrare nella loro vita per rivelarne i sentimenti, le emozioni e la bellezza ineffabile che derivava da una segreta armonia con il paesaggio.
I mosaici di Monreale
Nel marzo 1951, il Dumbarton Oaks Center for Byzantine Studies di Washington affidò a Maraini l’incarico di svolgere un ampio censimento fotografico dei mosaici normanni di Sicilia.
Condotto sotto la direzione scientifica di Ernst Kitzinger (1912-2003), celebre storico dell’arte bizantina, il lavoro consistette nella realizzazione di due distinti generi di immagini: gli scorci degli interni degli edifici e il rilievo filologico delle scene e delle figure degli apparati musivi. Oggetto del censimento furono il Duomo di Monreale, nel quale furono scattate più di metà delle fotografie, e a Palermo la Chiesa della Martorana, la Cappella Palatina e la Stanza di Ruggero al Palazzo dei Normanni.
INFORMAZIONI
Da martedì 4 marzo a lunedì 19 maggio 2025, dalle ore 10:30 alle ore 17:30
Giorni di chiusura: ogni domenica, lunedì 21 aprile, venerdì 25 aprile, giovedì 1 maggio, sabato 3 maggio
Istituto Italiano di Cultura di Tokyo – Sala Esposizioni
Promozione e organizzazione: Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, Fondazione culture e musei (Lugano), Museo delle Culture (Lugano)
Altri promotori: Fondazione Alinari per la Fotografia (Firenze), Fondazione Primo Conti (Fiesole), Gabinetto Scientifico Letterario
Curatore: Francesco Paolo Campione
Coordinamento generale: Moira Luraschi
Stampa delle fotografie: Studio Berné, Lugano con il supporto tecnico di CansonR
Fotoriproduzioni dei negativi: Centrica, Firenze
Progetto di allestimento: Laboratorio di conservazione e allestimenti del MUSEC, Marta Santi
Trasporti: International Services srl – Filiale di Livorno
Assicurazione: Kuhn & Bülow, Zürich
Mercoledì 5 marzo, dalle ore 19.00 (ingresso ore 18.30) è prevista l’inaugurazione della mostra con un intervento del curatore Francesco Paolo Campione.
In italiano con traduzione consecutiva in giapponese.
Per prenotare, cliccare QUI.
*AGGIORNAMENTO 3 marzo* Purtroppo Francesco Paolo Campione non potrà essere presente all’inaugurazione. Al suo posto, il saluto sarà tenuto da Moira Luraschi, responsabile delle collezioni giapponesi e del fondo fotografico della Scuola di Yokohama presso il MUSEC.
Venerdì 7 marzo dalle ore 16.00 (ingresso ore 15.45) Moira Luraschi, responsabile delle collezioni giapponesi e del fondo fotografico della Scuola di Yokohama presso il MUSEC, terrà una visita guidata della mostra.
In italiano con traduzione consecutiva in giapponese.
Per prenotare, cliccare QUI.
I posti disponibili per entrambi gli eventi sono limitati, vi ringraziamo per la comprensione.
Fosco Maraini (Firenze, 1912-2004) fu un antropologo, fotografo, scrittore e alpinista italiano. Dopo un’infanzia trascorsa a Firenze e frequenti viaggi, si laureò in Scienze Naturali nel 1937 e partecipò a una spedizione in Tibet con Giuseppe Tucci, avvicinandosi al mondo dell’etnologia. Trasferitosi successivamente in Giappone, studiò l’arte e la cultura degli Ainu, pubblicando nel 1942 una delle prime monografie sull’antropologia dell’arte. Durante la Seconda Guerra Mondiale, rifiutò di aderire alla Repubblica di Salò e fu internato con la famiglia in un campo di concentramento a Nagoya. Nel dopoguerra, tornò a Firenze e intraprese nuovi viaggi in Italia e Asia, dedicandosi alla fotografia e al documentarismo. Pubblicò opere fondamentali come Segreto Tibet e Ore giapponesi. Negli anni ’50 esplorò il Medio Oriente e gli Stati Uniti, lavorando su reportage fotografici e collaborando con case cinematografiche per documentari e film. La sua passione per l’alpinismo lo portò a partecipare a spedizioni sul Gasherbrum IV e nel Karakorum, raccontate nei classici Gasherbrum 4° e Paropàmiso.
Negli anni ’60 lavorò come fellow a Oxford e compì un lungo viaggio in Asia, documentato nel volume Incontro con l’Asia. Tornò in Giappone come redattore e direttore di pubbliche relazioni per eventi internazionali, come l’Esposizione Universale di Osaka e le Olimpiadi invernali di Sapporo. Nel 1972 rientrò in Italia, dove insegnò Lingua e Letteratura giapponese all’Università di Firenze fino al 1983 e fondò l’Aistugia, dedicandosi alla promozione degli studi giapponesi.
Negli ultimi anni si concentrò sul riordino del suo vasto archivio, oggi conservato al Gabinetto Vieusseux di Firenze. Nel 2001 fondò il Centro di Studi Orientali Vieusseux-Asia.
Morì a Firenze nel 2004, lasciando un’eredità culturale che spazia dalla ricerca etnografica alla fotografia, dall’alpinismo alla filosofia del viaggio.
Il curatore
Francesco Paolo Campione insegna Antropologia culturale all’Università degli Studi dell’Insubria (Como, Italia) ed è direttore del Museo delle Culture di Lugano (Svizzera). Da oltre trent’anni anni si occupa di antropologia dell’arte, di storia della fotografia, di museologia e di gestione di organizzazioni che operano in campo culturale. Amico personale di Fosco Maraini, con il quale realizzò il volume Gli ultimi pagani (1997), ha dedicato altri cinque volumi e diversi scritti all’opera del celebre etnologo e fotografo fiorentino. Dal 1999 a oggi ha curato numerose esposizioni temporanee dedicate alla fotografia di Maraini, tenute in Francia, Giappone, Italia e Svizzera.
L’Istituto ringrazia sentitamente Francesco Paolo Campione, Moira Luraschi e Marta Santi del Museo delle Culture di Lugano, la Fondazione culture e musei (Lugano), la Fondazione Alinari per la Fotografia (Firenze), la Fondazione Primo Conti (Fiesole), il Gabinetto Scientifico Letterario «G. P. Vieusseux» (Firenze) e l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (Roma). Profonda gratitudine anche alle eredi di Fosco, Dacia, Toni, Yoï e Mieko Namiki Maraini, per aver reso possibile la realizzazione di questo progetto.